di Vittorio De Seriis
In questa stagione che si sta concludendo con l’ottimo riconoscimento della Civitanovese nei playoff, nell’organigramma societario, caratterizzato da una serie di avvicendamenti sia nel parco giocatori sia nello staff tecnico, un punto fermo è stato il preparatore dei portieri Matteo Dari in seno alla squadra dall’inizio di stagione. E in una squadra di calcio l’apporto dei portieri non è un aspetto di secondaria importanza e sotto questo profilo si può giustamente ritenere che il duo Andrea Testa – Luca Lorenzetti, che hanno indossato la maglia n. 1, il primo per buona parte del campionato, il secondo in qualche diversa scelta tecnica, sia stato sempre all’altezza della situazione, merito loro certamente, ma anche di chi pazientemente li ha seguiti in tutti gli allenamenti con lunghe sedute fra i pali con tiri e suggerimenti tecnici, ovvero, proprio del loro preparatore.
Oltre a Testa e Lorenzetti c’è stato per un certo periodo di preparazione l’argentino Edoardo Solà, che non è stato mai inserito in squadra, mentre il più delle volte con loro si è allenato, e continua a farlo, Paolo Muzi che ha avuto lo spazio maggiore nella formazione Under 19. In estrema sintesi, Testa ha disputato 22 gare su trenta, subendo 21 gol, Lorenzetti è stato titolare in 8 gare subendo otto reti. Non va inoltre ignorato che il quoziente di 29 reti subite, pone la Civitanovese al quarto posto del girone, dopo: Monturano (23), Azzurra Colli (25), Valdichienti (26).
A parte questi accenni di assoluta curiosità, una giusta riconoscenza va anche ai meriti di Matteo Dari, 40 anni appena compiuti, cresciuto come portiere nel Petritoli, cittadina dove attualmente risiede, e dove ha giocato anche il presidente della Civitanovese, Mauro Profili, anche lui come portiere.
Dari – abbiamo chiesto scherzosamente – com’era Profili fra i pali?
«Quando il presidente giocò con il Petritoli – ha detto sorridendo – ero passato in forza al Corridonia, ma da quanto mi venne riferito, e non lo dico per elogiarlo, se l’è cavata molto bene. Un impegno ovviamente verso il calcio che è rimasto in lui sempre vivo».
Naturalmente è stato lui a volerti in seno alla Società rossoblù. Non è così?
«Può darsi che l’input sia partito da lui – ha precisato – ma i contatti li ho avuti con il direttore generale Enzo Di Meo e ovviamente ho accettato con entusiasmo, anche per il prestigio che la Civitanovese ha sempre avuto nel calcio, non solo agli alti livelli della C1 e C2».
L’impegno nel corso del campionato non è stato indifferente, come lo valuti?
«Certamente si sono stati momenti di difficoltà e di conseguenza l’impegno è stato più gravoso. Da parte mia ho sempre cercato di stemperare i toni e mantenere unita la squadra, in quanto l’obiettivo che si doveva privilegiare era quello del campionato che stavamo portando avanti».
In due partite, la decima e l’undicesima, hai guidato la Civitanovese dalla panchina per via della squalifica di De Filippis. Non ti piacerebbe allenare una squadra?
«Mi trovo un po’ in difficoltà nel rispondere dal momento che il ruolo di allenatore rientra sempre nelle aspettative di chi vuole bene al calcio, ma per via della mia crescita calcistica fra i pali, il ruolo di preparatore dei portieri mi consente di trasmettere agli altri, soprattutto giovani, quelle che sono state le mie esperienze. Allora, diciamo, che sono sicuramente onorato di svolgere questo ruolo».
Siamo alle finali dei playoff. Quale sarà il comportamento della squadra?
«Con molta obiettività – ha risposto – senza esagerare nell’ottimismo, sono sicuro che la Civitanovese avrà un ruolo importante nei playoff ai quali ci stiamo avvicinando. In queste ultime gare, negli allenamento di questi giorni, emerge chiaramente il volto di una formazione che è consapevole dei propri mezzi e che darà il massimo per raggiungere l’obiettivo dell’Eccellenza, che rientrava sin dall’’inizio nei piani della Società e che per una serie di circostanze sfavorevoli non siamo riusciti a portare a termine nel campionato. Ma la Civitanovese, anche nei playoff sarà grande». C’è proprio da augurarselo.