Ogni squadra ha il suo metronomo, il suo uomo d’ordine, il compagno a cui affidare la palla nei momenti concitati della partita. Quello della Civitanovese indossa il numero 4 e si chiama Lucio Micucci. Il fedelissimo di mister Nocera che, da quando si è infilato la casacca rossoblù, ha sempre fatto parte dell’undici titolare.
Come molti suoi connazionali, Lucio Micucci ha dei parenti in Italia. Nella fattispecie suo nonno è di Pioraco. Dunque per l’argentino, domani pomeriggio, nella partita di Coppa sarà un po’ come giocare in casa.
La storia che ha portato Micucci a Civitanova è curiosa. A giugno scorso assieme al fratello che nel passato anno aveva giocato nelle fila del Muccia, era venuto in vacanza in Italia da alcuni suoi amici che risiedono a Porto Sant’Elpidio. Nel viaggio in treno che lo conduceva da Ancona al comune elpidiense, Lucio, mentre guardava fuori dal finestrino, è rimasto letteralmente folgorato dal Polisportivo e subito ha chiesto informazioni al fratello per sapere quale squadra giocasse in quello stadio. «Quando i miei occhi hanno visto lo stadio della Civitanovese il primo pensiero è stato che mi sarebbe piaciuto giocarci» ha raccontato Micucci, ignaro del fatto che un mese più tardi sarebbe arrivata la chiamata dal club rossoblù. Sembrerebbe l’inizio di una sceneggiatura di un film ed invece è la storia che ha unito i destini di Lucio Micucci e della Civitanovese. Il finale è ancora tutto da scrivere ma Micucci sta dando il massimo per renderlo lieto. Non a caso proprio domenica ha firmato l’importantissimo goal (il secondo in campionato) che ha sbloccato la partita in un momento delicato.
Lucio, il goal di domenica ha rotto gli equilibri di una partita che si stava complicando per la Civitanovese e ha rimarcato, una volta di più, la tua leadership. Quanto è importante Micucci per questa Civitanovese? «Sono importante al pari di ogni altro giocatore della rosa. Io, per mia indole, voglio sempre vincere e do sempre il 100% per farlo. Ieri per fortuna sono riuscito a segnare e, cosa più importante, a sbloccare la partita. Ma se al posto mio il goal lo avesse fatto Ruibal, Vecchiarello o Balde sarebbe stato lo stesso. L’importante è che la Civitanovese vinca».
Questa settimana siete attesi da un tour de force. Due trasferte in quattro giorni. Mercoledì andrete a Pioraco e sabato a Urbisaglia. Come vi state preparando? «Saranno due trasferte molto difficili per noi ma dobbiamo vincerle entrambe a tutti i costi. Il mister sa bene cosa deve fare per vincere. Attualmente siamo 22 giocatori tutti in forma e pronti a giocare. Sono sicuro che chiunque di noi scenderà in campo darà il massimo per ottenere il successo».
Da quando sei arrivato mister Nocera ti ha dato in mano le chiavi della Civitanovese. Che rapporto c’è tra di voi? «Ho molto rispetto del mister ma tra di noi c’è un rapporto normale, come col resto dei giocatori. Cerco di farmi trovare sempre pronto e di lavorare nel miglior modo possibile in settimana».
Come ti trovi a Civitanova? «Per me è un onore appartenere a questo club e avere la possibilità di scendere in campo ogni domenica. A Civitanova mi trovo benissimo. La società e lo staff tecnico fanno di tutto per farci sentire a casa».
La società sta facendo un buon lavoro a tuo avviso? «Assolutamente si. La società ci sta mettendo nelle migliori condizioni possibili per rendere al massimo. Ora sta a noi ricambiare con i risultati in campo».
Ieri sera il Valdichienti ha vinto sul campo della Cluentina (1-2), raggiungendovi, di nuovo, in testa alla classifica. Come pensi finirà questo duello? «Credo che sarà un duello durissimo, ma sono convinto che alla fine vinceremo noi. Dobbiamo pensare una partita alla volta senza fare inutili calcoli».
Sarà decisivo lo scontro diretto? «Sì, penso proprio che sarà decisivo soprattutto dal punto di vista mentale. Tuttavia prima dello scontro diretto ci sono tre partite che hanno lo stesso valore e dobbiamo far di tutto per vincerle».
In cosa può ancora migliorare questa Civitanovese? «Siamo una squadra molto forte sotto tutti i punti di vista però credo anche che ci siano sempre margini di miglioramento. Ad esempio dobbiamo imparare a chiudere prima le partite e di conseguenza ad essere più letali sotto porta. La partita di domenica contro Pioraco è lo specchio di ciò che sto dicendo».
Hai un messaggio per i tifosi? «Per noi giocatori sarebbe bellissimo avere lo stadio pieno tutte le partite. Capiamo che la prima categoria non è il palcoscenico adatto per una piazza come Civitanova ma stiamo cercando in tutti i modi di risalire la china. Ce la metteremo tutta per invogliare sempre più tifosi a venire allo stadio».