Diarchia è una parola di origine greca. Viene da dissòs (doppio) e arché (comando). Nell’Antica Grecia la diarchia definiva un governo o un’autorità a due mani. Due soggetti con uguali poteri. Oggi il girone C di Prima Categoria è retto dalla diarchia di Civitanovese e Valdichienti Ponte, prima divise da due soli punti, ora a pari merito a quota 53. Le due squadre viaggiano a tutta velocità, le altre 16 guardano molto dal basso (la terza si trova a diciannove punti di distacco). Diciassette vittorie, due pareggi ed una sconfitta. Un ruolino di marcia pressoché uguale, se non fosse che la Civitanovese ha una differenza reti migliore (46 contro 32) pur avendo perso il primo scontro diretto a Monte San Giusto.
La classifica oggi avrebbe potuto narrare tutt’altra storia, se non fosse stato per il gol di Nicolàs Monserrat al minuto 92 della sfida a Montelupone, il quarto nelle ultime cinque uscite. «Il mio primo lavoro è difendere la porta – ha commentato il difensore classe 1992 della Civitanovese – e se dopo posso fare di più per aiutare i miei compagni a vincere le partite, ben venga».
Ormai ci hai preso l’abitudine a segnare. C’è qualcuno a cui dedichi questi gol?
«Magari fosse così (ride, ndr). In campo la prima cosa che faccio è festeggiare con miei compagni, però la testa arriva sempre a pensare alla mia famiglia, alla mia fidanzata e ai miei nonni, che non ci sono più. Penso sempre a loro».
Sei forte quando ti spingi in attacco, come hai dimostrato, ma soprattutto in difesa. Grazie a te, punto cardine della retroguardia, la Civitanovese ha subito appena 6 gol. Qual è il segreto di una difesa solida come quella della Civitanovese?
«Io sono solo uno, ma siamo in undici a difendere la nostra porta. Abbiamo una squadra che difende all’unisono e fa la stessa cosa per attaccare. Per questo motivo chiunque di noi può fare gol come chiunque può rubare una palla. Siamo una squadra che fa tutto per tutti ed è questo il nostro segreto».
Sabato è andata male, a Montelupone non si è riusciti a vincere ma è arrivato solo un pareggio. Come mai secondo te?
«A mio parere la partita di sabato scorso è stata difficile sia per le condizioni del campo sia per come si è posta la squadra avversaria. Penso che abbiamo iniziato bene, ma il fatto di non fare gol subito ha fatto sì che loro potessero pensare di strapparci dei punti. Ci hanno creduto sempre di più e di conseguenza hanno trovato un gol su punizione, ma dopo non hanno fatto più nulla, sono spariti chiudendosi in difesa. Noi non trovavamo gli spazi per arrivare in porta, ogni tentativo di penetrazione era vano e per giunta abbiamo cominciato a giocare con la fretta di segnare. Per fortuna nel finale abbiamo trovato il pareggio, ma il recupero era finito e ci siamo dovuti rassegnare, senza poter tentare di ribaltarla».
Ora il Valdichienti Ponte vi ha raggiunto in testa alla classifica…
«Sì, questo è un duello che andrà avanti ancora a lungo e probabilmente continuerà fino alla fine. Tuttavia sono convinto che se vinceremo contro di loro in casa nostra, potremmo avere un vantaggio psicologico che di lì a poco ci consentirà di ammazzare il campionato».
Parliamo di te. Come ti trovi a Civitanova e nella Civitanovese?
«Qui mi trovo troppo bene, è una città molto bella e sono molto felice di esser parte di una grande società come questa. A me piace sempre giocare per vincere e nella Civitanovese questo lo si deve fare per forza, proprio perché abbiamo un obiettivo e una promessa da mantenere: tornare nelle categorie che contano. Ho un buonissimo rapporto anche con i compagni, siamo un gruppo giovane che ha fame di calcio e di successi e questo non è facile da trovare».
Domenica al Polisportivo di Civitanova arriverà il Pioraco. Hai un messaggio per i tifosi?
«Questo che dico non è solo per questa partita. Noi abbiamo bisogno di loro, soprattutto nelle gare in trasferta. Sappiamo che questa non è una categoria per la Civitanovese, ma siamo qui per uscirne subito. Ho visto i video dei nostri tifosi e uno vorrebbe sempre giocare così, con la tribuna piena. Magari in avanti potremo vederla di nuovo così, chissà. Intanto li lasciamo tranquilli con la certezza che noi faremo di tutto per questa maglia».