È nato l’8 Dicembre del 1993. I suoi primi calci ad un pallone li ha dati all’età di 5 anni con la maglia della Federlibertas L’Aquila Calcio in Abruzzo. Già all’età di 10/11 anni in mezzo al rettangolo verde impressionava tutti, tanto da creare l’interesse di Milan, Roma, Chievo che lo visionano, ma alla fine ad accaparrarselo è l’Atalanta, con la quale disputa diversi tornei a Bergamo. Nel 2007 è la Fiorentina ad essere stregata dalle doti di questo ragazzo, così tanto da fare un’offerta importante al giocatore e alla sua famiglia, trasferendola in pianta stabile a Firenze. Sotto l’ala protettiva dei Della Valle, il ragazzo sembra avere un futuro già scritto, ma dopo due anni un brutto infortunio (trauma cranico) lo terrà distante dai campi per sei mesi, praticamente mezza stagione out. Al suo rientro, riprendere il normale decorso delle cose non fu semplice e allora iniziò a peregrinare in prestito: il primo luglio 2010 passa alla Sangiovannese, dove gioca prima con la Beretti Nazionale poi con gli Allievi Nazionale ed infine, dopo aver colpito l’allenatore, anche in prima squadra in Serie C. L’anno calcistico seguente si trasferisce a Pisa, in Serie D, al Tuttocuoio. L’andirivieni in prestito dalla Fiorentina inizia ad essere oppressivo per il giocatore, in quanto non ottenendo lo svincolo non riesce a firmare con la Paganese in Serie C. Se non tutti i mali vengono per nuocere, in quell’occasione fu proprio un infortunio alla caviglia a far sì che il club viola svincolò il cartellino del giocatore. Con il destino in mano, il ragazzo iniziò a girovagare per l’Europa: prima in Spagna, poi a Malta nella Serie A maltese, dove gioca con il Mosta e il Vittoriosa Stars. Successivamente venne chiamato da un allenatore che conosceva per andare in Germania in Quinta Serie: lì fece un paio di mesi, giusto il tempo di aiutare la squadra al raggiungimento dell’obiettivo campionato, poi si trasferì in Repubblica Ceca con il SK Sokol Brozany. Dopodiché, nel 2016, a metà stagione, ricevette l’offerta per andare in Romania in Serie B con lo Ceahlăul di Piatra Neamț, squadra storica rumena che già nel 1999 fece i quarti di finale della Coppa Intertoto contro la Juventus (la quale passò il turno con un 1-1 in trasferta e uno 0-o in casa e alla fine vinse il trofeo, grazie al quale la Juventus divenne l’unica squadra europea a vincere tutte le sei competizioni per club dell’UEFA). Dalla Romania, date anche vicissitudini societarie, il ragazzo sceglie di tornare in patria in Italia dove rimane in attesa di varie offerte tra Lega Pro e Serie D, che però non si concretizzano e quindi rimane fermo ai box per tutta la prima parte della stagione. Nel gennaio del 2017 viene chiamato da una squadra di Eccellenza lombarda e decide di accettare, approfittandone per giocare. Tuttavia, come canta Luciano Ligabue, spesso, “Il meglio deve ancora venire” ed ecco che nell’agosto 2017 il calciatore approda alla Civitanovese Calcio.
Ovviamente il background calcistico appena descritto non potrebbe essere altro che quello di Seydou Bamba, sicuramente il profilo più esperto e navigato della formazione rossoblu allenata da Francesco Nocera.
«Quando ero alla Fiorentina – racconta la freccia ivoriana 24enne – c’erano dei giocatori importanti come Babacar, ultimo acquisto del Sassuolo, Ryder Matos, attuale centravanti del Verona, Michele Fornasier, difensore centrale in forza al Pescara, Lorenzo Gonnelli neo promosso in B con il Livorno, Giacomo Rosaia, vice capitano della Carrarese in serie C, Giacomo Biondi fresco vincitore della Serie D con il Rieti. A Firenze – prosegue Bamba – ho trascorso dei bellissimi momenti e inoltre venivo chiamato anche con la rappresentativa del mio paese, la Costa d’Avorio. Ho giocato in Under 17, Under 20 e una volta in Under 21, quando venni chiamato per un torneo a Tolone in Francia dove purtroppo non potei giocare, ma ciò nonostante fu comunque una grossa esperienza, perché mi sono ritrovato di fronte giocatori del calibro di James Rodriguez. La mia nazionale giocò contro la Colombia, l’Italia e il Portogallo e in quell’Italia c’erano Santon, Fausto Rossi, Camporese. Anche nella nazionale Francese che vinse il torneo contro la Colombia c’era gente di spessore, ad esempio ricordo bene Samuel Umtiti, attuale difensore del Barcellona».
Per uno come te che ha girato “mezzo mondo” e che ha visitato i più svariati luoghi, com’è essere a Civitanova?
«A Civitanova mi trovo benissimo perché è una bellissima città, per giunta con la presenza del mare che è uno scenario che io adoro. Diciamo che ho visto un po’ di tutto tra città di mare, città di montagna, centri urbani e devo dire che anche Civitanova ha un suo fascino. Anche con la Società mi trovo bene, spero che possa sempre continuare così. So le difficoltà che una società sportiva può avere, ma la Civitanovese non ci fa mancare niente e l’unico rammarico qui è che stiamo giocando senza supporters. Questo è il più grande dispiacere di quest’anno, perché io prima di venire a Civitanova ho avuto degli amici che hanno giocato qui e che mi hanno sempre parlato di questa grande tifoseria ed è un peccato non essere supportati da una piazza così grande».
Quest’anno ti abbiamo visto: esterno di destra in un 4-4-2, dietro la punta in un 4-3-2-1 ed esterno in un 4-3-3, ma qual è il ruolo e il modulo che in assoluto esalta le tue qualità?
«Mi sono trovato a mio agio in tutti i moduli adottati, ovviamente, è chiaro, riesco a giocare in qualsiasi ruolo in base alle esigenze della squadra e dell’allenatore. Io calcisticamente sono nato come seconda punta, poi in seguito per le non elevate doti fisiche, già ai tempi della Fiorentina, sono stato messo sulla fascia proprio per sfruttare al meglio le mie capacità, ossia la velocità, il dribbling e il cross. Il modulo che più preferisco è il 4-3-3 perché è quello che più mi permette di trovarmi tante volte nell’uno contro uno, di creare superiorità numerica sulla fascia».
La varietà del reparto avanzato della Civitanovese fa sì che mister Nocera abbia sempre l’imbarazzo della scelta: tu, Ruibal, Perez, Panichelli, Vechiarello (senza considerare Zaldua e Libonatti che hanno caratteristiche diverse). Come vivi in prima persona questa concorrenza per una maglia da titolare? È stimolante?
«Davanti sicuramente il mister ha l’imbarazzo della scelta perché quelli citati sono tutti giocatori di alto spessore tecnico. Da parte mia è molto stimolante il fatto di trovarsi gente con queste qualità e quindi ti permette di non abbassare mai la guardia e di dover sempre dare il 110 % in ogni allenamento ed in partita. Questa è una squadra in cui qualsiasi giocatore può essere titolare perché il miter può pescare più assi, siamo tutti utili ma nessuno è indispensabile, qualsiasi persona mancasse lo potrebbe sostituire con chiunque e questo è alquanto piacevole perché con questi giocatori qui ho anche l’opportunità di crescere a livello personale, di misurarmi, di apprendere e di rubare qualcosa che posso avere in meno degli altri giocatori».
Tuo fratello Saliou è decisamente uno dei prospetti più forti della Civitanovese del futuro. Quest’anno è stato importantissimo per la Juniores ma già dalla prossima stagione, vista la necessità di giocare con degli under, potrà essere un tassello fondamentale della prima squadra. Com’è il tuo rapporto con lui?
«Sì mio fratello Saliou sicuramente ad oggi è migliorato tantissimo, ma ha ancora moltissimo da imparare. Anche gli altri ragazzi dell’età di Saliou che si allenano in prima squadra hanno ottime potenzialità, devono solo lavorarci su per essere un punto fermo di questa Civitanovese anche nella prossima stagione».
Lui che caratteristiche ha in campo? Ti somiglia secondo te?
«Io e Saliou abbiamo caratteristiche tecniche e fisiche diverse. Lui è un giocatore molto forte fisicamente, è una mezzala sinistra e può giocare come mediano basso in mezzo al campo. L’unica cosa è che se riuscisse ad acquisire una personalità decisa potrebbe veramente fare la differenza e sfruttare il suo mancino. Io, invece, sono un giocatore con il baricentro basso e quindi sono molto esplosivo, punto di più sulla velocità. Dal punto di vista tecnico e fisico siamo diversi, ma io con l’esperienza che ho cerco di trasmettergli le mie conoscenze in modo tale che possa maturare il prima possibile. Gli do consigli anche al di fuori del campo, sulla vita da atleta (l’alimentazione, il riposo, il curare la propria muscolatura, tutte cose che sembrano banali ma che potrebbero fare la differenza). Diciamo che sono un fratello molto esigente».
Dicci un po’: è più forte Bamba senior o Bamba jr?
«Chiaramente è più forte Bamba senior, senza dubbio. Nell’uno contro uno non mi regge, gli vado via sempre (ride, ndr). Scherzi a parte, lui ha un gran potenziale che se ci lavorasse bene e se riuscisse a comprenderlo potrebbe arrivare molto lontano ed io glielo auguro e spero che possa arrivare più in alto possibile, perché ha la possibilità di arrivarci».